Parte il progetto nazionale di formazione degli insegnanti delle scuole dell’infanzia

Sono iniziati i primi incontri formativi del progetto nazionale “Favorire la pratica delle attività motorie 3-6 anni”, iniziativa promossa, organizzata e realizzata da Laboratorio 0246, dal Centro di Ricerca sull’Attività Motoria nell’Infanzia dell’Università di Verona e dal Movimento Sportivo Popolare Italia. Il progetto nasce dalla pluriennale esperienza di successo sperimentata con le scuole del Trevigiano.

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Il progetto coinvolge 177 insegnanti da 17 diverse regioni italiane: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia,Sicilia, Sardegna. In ciascuna delle regioni coinvolte, il Movimento Sportivo Popolare ha selezionato un coordinatore che recluta e coordina gli insegnanti della propria Regione.

Il manuale "Favorire la pratica dell'attività motoria da 3 a 6 anni" sarà al centro del percorso di formazione nazionale per insegnanti delle scuole dell'infanzia

Il manuale “Favorire la pratica dell’attività motoria da 3 a 6 anni” sarà al centro del percorso di formazione nazionale per insegnanti delle scuole dell’infanzia

Gli insegnanti selezionati saranno formati dai docenti del Centri di Ricerca attraverso videoconferenze e utilizzeranno il manuale “Favorire la pratica dell’attività motoria 3-6 anni” predisposto da quattro Università italiane (Verona, Cà Foscari, Cassino e Sassari) per proporre incontri di attività motoria a più di 2 mila bambini della scuola dell’infanzia italiane.

Si tratta del primo progetto nazionale di questa portata rivolto a bambini in età prescolare. Esso si pone come obiettivo l’implementazione dell’attività fisica e la diffusione di conoscenze sullo sviluppo motorio fondate su evidenze scientifiche e raccomandazioni internazionale per l’utilizzo dell’attività motoria a favore della salute, del benessere e del sano sviluppo del bambino così come indicato da organismi internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità e da diverse società scientifiche internazionali.